Debutta al Teatro Manzoni di Milano dal 4 e fino al 30 novembre uno spettacolo di Reginald Rose che, diretto e interpretato da Alessandro Gassman, circondato da un folto gruppo di bravissimi attori, gode della traduzione di Giovanni Lombardo Radice.
E’ La parola ai giurati, uno spettacolo che pochi mesi fa ha ricevuto il Golden Graal per la miglior regia teatrale, il Pegaso d’Oro per il miglior attore protagonista e il Premio Nazionale della Critica Teatrale.
Lo spettacolo è stato pure premiato dal pubblico che gli ha fatto assegnare il Biglietto d’Oro come campione d’incassi della scorsa stagione. Il testo è noto grazie ai film di due grandi registi e due grandi protagonisti: il primo, un giovanissimo Sidney Lumet, scelse nel 1957 un eccellente Henry Fonda. Nel 1997 William Friedkin scelse Jack Lemmon e il film entrò nella storia di Hollywood. Vale la pena citare gli altri ottimi attori che circondano Gassman: Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Fabio Bussotti, Paolo Fosso, Nanni Candelari, Emanuele Salce, Massimo Lello, Emanuele Maria Basso, Giacomo Rosselli, Matteo Taranto e Giulio Federico Janni. Ma come si sentirà alla regia uno che ha sempre fatto l’attore? Glielo chiedo.
Ti piace di più recitare o dirigere?
E’ più bello fare il regista! E’ stata una scoperta di pochi anni fa con un testo di Thomas Bernhard, autore considerato ostico ma che per me è comico, assolutamente geniale come in Forza dell’abitudine con cui ho fatto la mia prima regia teatrale e ho girato a lungo, sebbene Milano sia stata l’unica piazza non toccata. Ora sono contento di arrivarci con La parola ai giurati: abbiamo già fatto 130 repliche e lo spettacolo ha riscosso enormi consensi. Questo lavoro mi permette di confrontarmi con altri undici attori in un luogo dove esistono dodici protagonisti, che si incontrano e si scontrano.
Vi siete basati sul film?
La traduzione di Giovanni Lombardo Radice è basata sul testo di Reginald Rose. Sindney Lumet ci fece il suo primo film e a sua volta lo aveva preso da un radiogramma. Nasce per la radio e solo dopo ne fu fatto un film. Poi ne hanno fatto un remake con Jack Lemmond e poi è stato rifatto a teatro.
Come mai hai scelto un testo che appare complesso e poco allegro?
Ho voluto lavorare molto sul tema dei pregiudizi. Lumet a suo tempo ne fece un film molto teatrale, invece io ho fatto uno spettacolo molto cinematografico, dando al pubblico l’impressione di spiare, non visti da nessuno, dodici uomini chiusi in una stanza. Ognuno possiede una sua tipologia al punto di rappresentare tutti gli spettatori. E’ molto divertente e strappa risate a scena aperta, per via di situazioni molto vere.
Quindi non è poco allegro, anzi: è serio ma divertente!
Vorrei anche ricordare che lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International e che raccoglie firme per chi è chiuso nel braccio della morte. Ci tengo molto a dirlo.
Come scegli quello che devi fare?
In teatro ho la fortuna, ormai, di poter scegliere. Sono direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo dallo scorso gennaio, il che mi sta dando tantissime soddisfazioni e per giunta mi viene data appunto la possibilità di scegliere. In questi ultimi quattro anni le mie scelte hanno mostrato finalmente il mio vero gusto. Prima era più complesso e cercavo di seguire le mie caratteristiche di attore ma ora, dopo 25 anni di recitazione, dopo Caos Calmo e il Donatello vinto, i Globi d’oro e i tanti premi per il teatro… Posso dire che con il teatro ho avuto l’anno più bello della mia vita.
Ti senti più apprezzato?
Sì e mi accorgo di un’attenzione differente anche da parte della stampa: significa che il lavoro anche un po’ nascosto che ho fatto in questi anni è servito a farmi migliorare, ma sono solo all’inizio. Non sono mai contento, sto cercando di imparare ancora molte cose.
Altri progetti in vista?
Si: debutto come cantante con Irene Grandi in un duetto per un disco di Natale. Ci sono quattro film in uscita, due nelle sale e due per la televisione. In televisione faccio Pinocchio per la Rai, mentre Quattro padri single è un film che ho prodotto con Gabriele Muccini, che l’ha scritto e questo andrà su Canale 5 in inverno. Per il cinema uscirà Ex, il regista è Fausto Brizzi, esce a febbraio prossimo, è una commedia che parla di problemi di coppia, con Claudia Gerini, Silvio Orlando, tanti altri, un cast molto variegato. Infine Il compleanno di Marco Filiberti, una bellissima sceneggiatura, un film molto drammatico: due coppie d’estate apparentemente felici ma succede qualcosa che stravolgerà le loro vite. Questo è un film indipendente, un piccolo film italiano che spero davvero abbia successo.
Ti resta tempo per la vita privata?
Ho un figlio di 9 anni che vedo più che posso e una moglie che mi sopporta da una vita. Chi fa questo mestiere sa che bisogna fare di tutto ma mia moglie è intelligente e mio figlio resta la cosa più importante della mia vita.